Signori si nasce (1960)

Signori si nasce (1960)

Il barone Ottone Spinelli degli Ulivi, detto Zazà, nonostante la sua nobile ascendenza, è sempre al verde, a causa di una vita dissoluta passata dietro le quinte dei teatri a corteggiare le soubrette. Nonostante l'indigenza economica, l'uomo continua a intrattenere una vita da nobile, vivendo in un albergo e servito dal fedele Battista. Incalzato da un creditore insoluto, tale Bernasconi, viene denunciato perché ha falsificato la garanzia su una cambiale in scadenza e ovviamente scoperta. Messo alle strette, Zazà decide con riluttanza di accettare il consiglio di Battista, ossia chiedere un prestito al fratello Pio degli Ulivi, titolare di una sartoria frequentata principalmente da prelati e suore. Tra i due fratelli non corre buon sangue a causa dello stile di vita di Zazà, ritenuto immorale da Pio, uomo timorato di Dio, dedito al lavoro ed alla carità. Presentatosi a casa del fratello, Zazà viene scacciato e, per dispetto, fa credere al fratello di volersi suicidare. Rientrato in casa, riceve l'inaspettata visita della bella e spregiudicata soubrette Patrizia, che finge di sedurlo allo scopo di dimostrargli il suo talento recitativo e quindi chiedergli di farle ottenere la parte in una Rivista.

Zazà spiega alla ragazza che lo spettacolo era stato abbandonato dal produttore ma, nel mezzo della discussione, arriva Pio, spaventato dalle minacce suicide del fratello. Per spillare quattrini a Pio per la cambiale e per rilevare la Rivista, Zazà decide di far credere al fratello che Patrizia è sua figlia. Valutata la situazione, Pio decide di invitare fratello, presunta nipote e presunto fidanzato di Patrizia a casa sua. Durante la permanenza a casa del fratello, Zazà si traveste da sacerdote per ingannare Bernasconi facendogli credere di essere fratello gemello del vero debitore per ottenere un rinvio del pagamento. Successivamente nascono una serie di equivoci, durante i quali Pio si convince a torto di essere padre di Patrizia ed arriva a travestirsi da sacerdote, venendo smascherato e abbandonato dai suoi clienti. Alla fine Zazà riesce a sanare la cambiale e costringe il fratello a finanziare lo spettacolo teatrale, con Patrizia primadonna.

 

Paese di produzione

Italia

Anno

1960

Durata

92 min

Colore

B/N

Audio

sonoro

Rapporto

2,35:1

Genere

comico

Regia

Mario Mattoli

Soggetto

Dino Falconi, Luigi Motta

Sceneggiatura

Castellano e Pipolo, Edoardo Anton

Produttore

Isidoro Broggi, Renato Libassi

Casa di produzione

Manenti Film

Distribuzione (Italia)

Manenti Film

Fotografia

Alvaro Mancori

Montaggio

Gisa Radicchi Levi

Musiche

Gianni Ferrio

Scenografia

Alberto Boccianti

Costumi

Giuliano Papi

Trucco

Goffredo Rocchetti

 

  • Totò: Ottone degli Ulivi detto Zazà
  • Peppino De Filippo: Pio degli Ulivi
  • Delia Scala: Patrizia
  • Riccardo Garrone: Enzo
  • Carlo Croccolo: Battista Signori
  • Lidia Martora: Maria Luisa
  • Angela Luce: Fedele
  • Luigi Pavese: cavalier Bernasconi
  • Liana Orfei: Titì Monteur
  • Nando Angelini: tenore
  • Nico Pepe: Binotti l'impresario
  • Dori Dorika: Adelina Maniglia
  • Nino Milano: cameriere
  • Ughetto Bertucci: portiere del teatro
  • Aldo Pini: costumista teatrale
  • Piero Pastore: operaio teatrale
  • Salvo Libassi: monsignore
  • Renato Malavasi: sacerdote che prova l'abito
  • Gino Buzzanca: maresciallo
  • Vera Nandi: moglie di Battista
  • Leopoldo Valentini: secondino
  • Edy Biagetti: portiere della pensione
  • Walter Grant: colonnello del circolo
  • Mario Meniconi: fioraio
  • Attilio Torelli: socio del circolo