Arrangiatevi (1959)

 
Arrangiatevi (1959)

Roma, secondo dopoguerra. Dopo l'omicidio di una giovane pittrice si libera un appartamento che sarà dato, in coabitazione, a due famiglie. La prima è la famiglia di Peppino Armentano, di professione callista, composta da lui, la moglie, due figlie, due figli e il nonno. La seconda è una famiglia di due esuli istriani composta anche da nonno e un solo figlio. Passano gli anni, siamo ormai nel 1958, e la convivenza nello stesso alloggio ha i suoi piccoli problemi quotidiani che esplodono il giorno della notizia della nascita del nono figlio degli istriani. Peppino viene messo dalla moglie di fronte alla propria incapacità di dare una dimora dove poter vivere in santa pace.

Un giorno Peppino conosce il trafficone Pino Calamai, che gli offre per diecimila lire al mese l'affitto di un alloggio di due piani, dieci camere, tre bagni, telefono, posto nel cuore della vecchia Roma. Prende così appuntamento per vederlo, ma quando viene a sapere che si tratta dell'ex casa di tolleranza della sora Gina in via della Fontanella, rimane scandalizzato e lascia cadere l'offerta.

Passano i giorni e ci pensa la moglie a trovare un piccolo appartamento in costruzione, mentre per i soldi della caparra si procura l'aiuto del futuro genero, pugile fidanzato di Maria Berta. L'incarico di versare i soldi della caparra viene dato al marito. Peppino ha la cattiva idea di “affidare” al truffatore Calamai la somma per raddoppiarla scommettendo sull'esito della fumata bianca nel conclave per l'elezione del nuovo pontefice. Perde la scommessa e, non avendo il coraggio di riferire l'accaduto alla moglie, decide di affittare l'ex casa chiusa. Comincia così il trasloco della famiglia che nulla sa del passato della casa.

Il segreto comincia a vacillare nonostante gli sforzi di Peppino. Prima uno dei figli e poi il nonno intuiscono la verità; infine anche la moglie scopre tutto, e la sua reazione è furiosa: chiude le finestre dalla vergogna e impone alle figlie di non uscire. Intima quindi al marito di trovare entro due giorni una casa rispettabile, minacciando altrimenti di lasciarlo.

Peppino va in totale crisi, sentendosi un buono a nulla, fino a pronunciare tra le lacrime la frase: "Mi dimetto dal ruolo di padre e di marito". La moglie è irremovibile, mentre le figlie passano dalla parte del padre. Scaduto l'ultimatum la moglie sta per andarsene a lavorare come serva in una "casa perbene". Sull'uscio di casa gli eventi si ribaltano. Il suo istinto materno esplode dinanzi a un gruppo di militari che hanno scambiato le sue figlie per lavoratrici della casa chiusa.

 

Paese di produzione

Italia

Anno

1959

Durata

105 min

Colore

B/N

Audio

sonoro

Genere

commedia

Regia

Mauro Bolognini

Soggetto

Mario De Majo, Vinicio Gioli dalla commedia "Casa nova... vita nova"

Sceneggiatura

Leo Benvenuti, Piero De Bernardi

Produttore

Cineriz

Fotografia

Carlo Carlini

Montaggio

Roberto Cinquini

Musiche

Carlo Rustichelli

Scenografia

Mario Garbuglia

Costumi

Orietta Nasalli Rocca

 

  • Peppino De Filippo: Peppino Armentano
  • Laura Adani: Maria Armentano
  • Cristina Gajoni: Maria Berta Armentano
  • Cathia Caro: Bianca Armentano
  • Marcello Paolini: Nicola Armentano
  • Mario Valdemarin: Luciano
  • Achille Majeroni: nonno istriano
  • Giorgio Ardisson: Romano
  • Luigi De Filippo: Neri
  • Franco Balducci: scommettitore
  • Antoine Nicos: padre rettore
  • Lola Braccini: sora Gina
  • Enrico Olivieri: Salvatore Armentano
  • Federico Collino: monsignore
  • Arrigo Peri: Santini
  • Giusi Raspani Dandolo: madre istriana
  • Leopoldo Valentini: Bossi
  • Angelo Zanolli: Felice
  • Franca Valeri: Marisa
  • Vittorio Caprioli: Pino Calamai
  • Totò: nonno Illuminato
  • Vera Drudi: abitante ex casa chiusa