I soliti ignoti (1958)

 
I soliti ignoti (1958)

Cosimo e il vecchio "Capannelle", due ladruncoli di Roma, tentano di rubare un'autovettura ma vengono colti in flagrante dalla polizia: il primo viene arrestato mentre l'anziano riesce a fuggire. Detenuto nel carcere di Regina Coeli, Cosimo apprende da un altro detenuto un piano per un colpo di facile realizzazione presso il Monte di Pietà, così incarica Capannelle di trovare una pecora, termine gergale malavitoso per qualcuno che dietro compenso sconti la pena al posto di un altro.

Capannelle si rivolge a degli amici dell'ambiente - il prestante Mario, il siciliano Michele detto "Ferribotte" e il fotografo Tiberio - ma visto il rifiuto deve ripiegare tra gli incensurati, optando per Peppe "er Pantera", un pugile suonato che va puntualmente al tappeto. Il Commissario tuttavia non si lascia ingannare e lo fa condannare con Cosimo. Durante la detenzione Cosimo e Peppe si incontrano e Cosimo accenna al piano. Peppe fa allora credere a Cosimo di aver subito una lunga condanna perché quest'ultimo gli confidi i piani per il furto ma in realtà egli sta per "uscire" il giorno stesso avvalendosi della condizionale. Dovendo restituire agli amici il denaro sottoscritto per l'incarcerazione, decide di assoldarli per il colpo.

Il piano consiste nel raggiungere la stanza del Banco dei pegni dove si trova la "comare", ovvero la cassaforte, dopo essersi introdotti nell'appartamento contiguo, ritenuto disabitato, e quindi abbattendo la parete comunicante. Per mezzo di un filmato, fatto con una macchina da presa rubata da Tiberio al mercato di Porta Portese e sottoposto in visione a Dante Cruciani, un noto scassinatore a riposo che svolge oramai il ruolo di "consulente", la banda viene da questi istruita sulle modalità per realizzare il colpo.

Le cose tuttavia si complicano: nell'appartamento nel frattempo sono andate ad abitare due donne anziane, che hanno a servizio una graziosa ragazza padovana, Nicoletta. Peppe si incarica di sedurre la giovane per ottenere informazioni. Nel frattempo Cosimo, uscito dal carcere grazie a un'amnistia, raggiunge la banda per vendicarsi, ma viene tramortito da un pugno di Peppe che gli offre di partecipare al furto alla pari con gli altri. Cosimo rifiuta per orgoglio e da solo tenta di rapinare il Monte di Pietà, dove l'impiegato allo sportello gli toglie di mano la vecchia pistola con cui era minacciato e, poiché crede che Cosimo la voglia impegnare, dopo averla esaminata offre allo sbalordito rapinatore 1.000 lire. Andata fallita la rapina Cosimo rimarrà ucciso travolto da un tram mentre fugge dopo essersi ridotto a scippare una donna.

Una sera arriva per la banda il momento buono per il colpo, approfittando dell'assenza delle proprietarie. Mario però rinuncia e in cambio promette di vegliare su Carmelina, sorella di "Ferribotte", con la quale è sorta una sincera relazione. Dopo aver superato numerose difficoltà, che tra l'altro il povero Tiberio è costretto ad affrontare con un braccio ingessato, frutto dell'incontro con il venditore al quale aveva rubato la macchina da presa, i quattro "soci" rimanenti arrivano finalmente a introdursi nell'appartamento da una finestra. Qui, riescono a demolire quella che pensano sia la parete designata nel piano, ma con loro grande meraviglia si ritrovano nella cucina della casa, in quanto le proprietarie avevano di recente cambiato la disposizione dell'arredamento, spostando la camera da pranzo che confinava con il Monte di Pietà. Vista l'ora ormai tarda la banda è costretta a rinunciare, non senza, però, approfittare della pasta e ceci trovata in cucina. Una perdita provocata dai ladruncoli a un tubo del gas, tuttavia, causa un'esplosione, per cui devono battere precipitosamente in ritirata ancora più laceri e disastrati di prima.

Alle prime luci dell'alba la banda mestamente si scioglie. Tiberio prende il tram e va a riprendersi suo figlio, lasciato in custodia alla moglie detenuta a Regina Coeli per contrabbando. "Ferribotte" rincasa, e Capannelle, rimasto solo con Peppe, attrae l'attenzione di due carabinieri in bicicletta, per cui i due, per sfuggire al controllo, sono costretti a mescolarsi con degli aspiranti manovali che si affollano davanti al cancello di un cantiere. Così Peppe viene assunto suo malgrado, mentre Capannelle, buttato fuori in malo modo, avverte inutilmente l'amico che lì lo faranno lavorare sul serio.

Il giorno dopo, un trafiletto di cronaca su un quotidiano riferisce delle gesta dei "soliti ignoti", il cui misero bottino è solo il piatto di pasta e ceci.

 

Paese di produzione

Italia

Anno

1958

Durata

102 min

Colore

B/N

Audio

sonoro

Rapporto

1,33:1

Genere

commedia

Regia

Mario Monicelli

Soggetto

Age & Scarpelli

Sceneggiatura

Mario Monicelli, Suso Cecchi D'Amico, Age & Scarpelli

Produttore

Franco Cristaldi

Casa di produzione

Vides Cinematografica, Cinecittà (Stabilimenti Cinematografici), Lux Film

Distribuzione (Italia)

Lux Film

Fotografia

Gianni Di Venanzo

Montaggio

Adriana Novelli

Musiche

Piero Umiliani

Scenografia

Vito Anzalone

Costumi

Piero Gherardi

Trucco

Romolo De Martino