Totò e i re di Roma (1951)

 
Totò e i re di Roma (1951)

Ercole Pappalardo lavora come archivista capo al Ministero; è in attesa della promozione - che lo aiuterebbe a mantenere in modo più dignitoso la sua numerosa famiglia - e della nomina a cavaliere. Un giorno viene chiamato, assieme al suo superiore, il Cavalier Capasso, dal ministro in persona, "Sua Eccellenza" Langherozzi-Schianchi, perché si metta a disposizione di un suo conterraneo, del quale il ministro vuole avere il consenso in vista delle prossime elezioni. L'uomo con cui il Pappalardo si deve confrontare è un pedante maestro elementare, il professor Palocco, che pretende dall'archivista capo il ritrovamento di una pratica riguardante il trasferimento di un pappagallo già appartenuto a un defunto musicista del suo paese, di cui Palocco è un grande estimatore, ed eventualmente anche il ritrovamento del pennuto stesso.

Qualche ora più tardi, mentre si trova sul loggione di un teatro assieme al collega Ferruccio, Pappalardo starnutisce inavvertitamente e colpisce proprio il ministro, che si trova seduto nelle poltrone poste in parallelo al loggione. Lo starnuto viene interpretato come uno sputo e Pappalardo viene identificato da Palocco. Da quel momento, l'archivista capo tenta in tutti i modi di scusarsi con Sua Eccellenza, ma la presenza del Palocco da un lato e i controproducenti suggerimenti di Ferruccio dall'altro, fanno solo peggiorare la situazione. Scoperto che il pappagallo di cui Palocco cercava notizie è morto da tempo, Pappalardo decide di prenderne un altro e farlo passare per quello richiesto.

La sera in cui l'uomo invita il ministro e Palocco in casa sua per mostrargli il pappagallo, quest'ultimo insulta Sua Eccellenza il quale, arrabbiato, minaccia di vendicarsi. Sempre su suggerimento di Ferruccio, Pappalardo scrive allora una lettera di scuse a Langherozzi-Schianchi, ma peggiora ulteriormente la sua posizione perché il ministro si rende conto della totale ignoranza dell'archivista, che infatti è persino privo della licenza elementare. Per non fargli perdere il posto di lavoro, il suo superiore gli consiglia di conseguire almeno quel primo titolo di studio.

Ercole cerca di prepararsi al meglio ma all'esame di licenza elementare sbaglia quasi tutte le risposte. La commissione vorrebbe bocciarlo, ma dopo un accorato discorso dell'archivista comprende la sua difficile situazione e decide di ammetterlo ugualmente; entra però nell'aula il presidente di commissione, l'odiato Palocco. L'uomo ridicolizza Pappalardo e lo boccia, cosa che spinge l'archivista ad esplodere in un vero e proprio pestaggio ai danni della commissione.

Consapevole d'aver ormai perduto il posto al ministero, Pappalardo decide di morire per dar poi in sogno alla moglie dei numeri da giocare al lotto: dopo avere scoperto che anche l'altro mondo è dominato da uffici e carte bollate, riesce a ottenere in modo illecito i numeri e a comunicarli in sogno alla moglie. Poco dopo viene portato al cospetto di Dio, che intende punirlo per il gesto: tuttavia, quando il Padreterno viene a conoscenza del fatto che Pappalardo è stato per trent'anni impiegato al ministero, lo manda subito in Paradiso.

 

Paese di produzione

Italia

Anno

1951

Durata

100 min

Colore

B/N

Audio

sonoro

Genere

comico

Regia

Steno, Mario Monicelli

Soggetto

Anton Čechov (racconti La morte dell'impiegato e Esami di promozione)

Sceneggiatura

Ennio De Concini, Dino Risi, Peppino De Filippo, Steno, Mario Monicelli

Produttore

Romolo Laurenti

Casa di produzione

Golden Films-Humanitas Film (Roma)

Fotografia

Giuseppe La Torre

Montaggio

Adriana Novelli

Musiche

Nino Rota

Scenografia

Alberto Tavazzi

Costumi

Giuliano Paci

 

  • Totò: Ercole Pappalardo
  • Anna Carena: Armida, moglie di Ercole
  • Giovanna Pala: Ines, figlia di Ercole
  • Anna Vita: figlia maggiore di Ercole
  • Alberto Sordi: Palocco, maestro elementare
  • Giulio Stival: Sua Eccellenza Langherozzi-Schianti
  • Gianni Musy (accreditato come Gianni Glori): Giorgio
  • Ernesto Almirante: il Padreterno
  • Giulio Calì: un sonatore di tromba
  • Emilio Petacci: Filippini
  • Pietro Carloni: Capasso, capoufficio
  • Eva Vanicek: Susanna, figlia di Ercole
  • Aroldo Tieri: Ferruccio
  • Francesca Pietrosi: una ragazza al Sistina
  • Marisa Fimiani: un'altra ragazza al Sistina
  • Ines Marchesini: la signora Sconocchia
  • Lilia Landi: la contessa al Sistina
  • Ada Mari: maestra esaminatrice
  • Paolo Ferrara: un maestro esaminatore
  • Eduardo Passarelli: altro maestro esaminatore
  • Nino Milano: impiegato allo sportello 9
  • Amedeo Girard: usciere dell'albergo
  • Giulio Battiferri: guardiano dell'Olimpo
  • Armando Annuale: orchestrale
  • Mario Maresca: Trifossi
  • Alfredo Ragusa: usciere
  • Mimmo Poli
  • Rio Nobile
  • Nino Marchetti: Tavago
  • Eugenio Galadini
  • Gorella Gori
  • Mario Castellani: Corrado
  • Celeste Almieri Calza